2 dic 2009

Indovina chi viene a colazione...

Jeffrey Vanhoutte nasce ad Antwerp in Belgio. Ha conseguito il diploma come fotografo professionista e all’età di 21 ha aperto uno studio a Bruxelles dove ha lavorato nel mondo della fotografia culinaria per lungo tempo.
Nel 1999 ha iniziato ad usare macchine digitali e a collaborare con agenzie quali BBDO, Ogilvy, TWBA, Saachi.

© Jeffrey Vanhoutte - 2009
© Jeffrey Vanhoutte - 2009

Il testo seguente è tratto da  shotaddict.com
  • Equipaggiamento
“Lavoro con una Mamiva 645D analogica di medio formato  con retro digitale Leaf Aptus 75 (per maggiori informazioni su questo apparecchio clicca qui ndb).
Per quanto riguarda l’equipaggiamento delle luci uso Broncolor e Bowens.
Uso sempre Photoshop, è uno strumento indispensabile nel mio lavoro. Ritocco sempre le mie foto da solo, talvolta svolgo il lavoro nello studio fotografico.”

© Jeffrey Vanhoutte - 2009
© Jeffrey Vanhoutte - 2009
  • L’ironia nelle pubblicità
“Mi è sempre piaciuta l’ironia nella fotografia, e sono sempre andato alla ricerca di un ambito in cui avrei potuto esprimere pienamente me stesso con questa peculiarità.
Più ho cercato più mi sono convinto che l’ambito ideale per essere ironici è la pubblicità.
Tuttavia, bisogna dire che non tutti i tipi di ironia sono attraenti alla stessa maniera, e che bisogna essere capaci di non fare ironia di cattivo gusto.
L’ironia nella pubblicità deve essere rappresentata in una maniera molto sottile da un lato e colpire totalmente dall’ altro.
Le cose serie dovrebbero essere riportate allegramente ma con gusto, questa è una regola di molte agenzie pubblicitarie oggigiorno.
Il prodotto in sé dovrebbe emozionare, trasmettere sentimenti positivi e se la pubblicità è fatta bene anche il prodotto porterà un po’ di gioia nella nostra vita.
Le agenzie seguono questa semplice regola."

© Jeffrey Vanhoutte - 2009
© Jeffrey Vanhoutte - 2009
  • La questione è nei geni
I miei genitori lavoravano come designers di pacchi per cui credo proprio che la passione per la pubblicità mi è stata trasmessa dal latte materno.
Per quanto riguarda mio padre, mi ha letteralmente imposto di portare con me la sua macchina fotografica durante le mie gite scolastiche affinchè potessi immortalare tutti i ricordi del passato.
Successivamente stampò una delle mie fotografie in un formato molto elevato e la attaccò al muro. Più guardavo quella foto più forte era il mio desiderio di diventare ciò che sono oggi.”

© Jeffrey Vanhoutte - 2009
© Jeffrey Vanhoutte - 2009
  • I Motivi
“Le agenzie pubblicitarie spesso danno istruzioni ostiche, istruzioni che solitamente vengono dal direttore creativo, ma non dicono mai cosa dovrei fotografare concretamente. Il loro compito è dare voce al concetto e il mio è tradurlo nel linguaggio della fotografia.
Lo scatto da fare era per un calendario con un tema piuttosto vago: white color.
Ho fotografato parti diverse della composizione  nel mio studio, successivamente le ho messe insieme in Photoshop. In questo caso particolare ero un po’ limitato dal tema piuttosto astratto.  Tuttavia è stato anche un modo per soddisfare la mia creatività. Per compensarla spesso devo arricchire le mie idee che di solito vengono fuori dal confronto con persone diverse.
Condivido la mia idea con la gente e tento di reperire un gruppo (stilisti, modelle… ecc.) con il quale fare uscire qualcosa di buono.
Spesso mi documento cercando su internet, riviste o libri.
Ma è il cinema che ha l’influenza più forte su di me.”

© Jeffrey Vanhoutte - 2009
© Jeffrey Vanhoutte - 2009
  • Suggerimenti fotografici da Jeffrey Vanhoutte
  1. “Come fosse una regola io ho bisogno di due giorni per preparare gli scatti, dalle 4 alle 8 ore per il reale processo di lavorazione e alcuni giorni per il ritocco.”
  2. “Per me la fotografia è soprattutto lavorare con la luce. Quando il soggetto e la storia dello scatto è stato definito la cosa più difficile è lasciare il set con la giusta illuminazione. Questo lavoro è di grande responsabilità perché tu lo fai non solo per te stesso ma anche per il cliente. Devi allo stesso tempo propendere per quello che stai facendo e  accontentare il cliente.”
  3. “Un’altra complicazione è l’investimento finanziario. Io devo cambiare la mia macchina fotografica ogni 3-4 anni”
  4. "Ma la cosa più difficile da attuare è il fatto di riuscire a vendere il tuo senso dell’umorismo anonimamente. Ho capito abbastanza velocemente che la vera felicità sta nel processo di lavorazione con la macchina fotografica e non nell’accettazione generale. Qualcuno può ritenere questa condizione inaccettabile. Ma questo è il prezzo da pagare per far sì che la tua idea si trasformi in realtà. E non è richiesto neppure che sia troppo complicata. Molto spesso le cose diventano le più divertenti quando hai la capacità di mostrarle in un contesto inusuale e stupefacente."

© Jeffrey Vanhoutte - 2009
© Jeffrey Vanhoutte - 2009
A proposito, per tutti quelli che si staranno chiedendo cosa c'entri il titolo del post con quanto letto finora, lascio che le immagini parlino da sole con le seguenti fotografie: (Voi chi scegliereste come ospite per una ricca colazione? Io non ho dubbi!)
© Jeffrey Vanhoutte - 2009
© Jeffrey Vanhoutte - 2009
© Jeffrey Vanhoutte - 2009
© Jeffrey Vanhoutte - 2009
© Jeffrey Vanhoutte - 2009
© Jeffrey Vanhoutte - 2009
© Jeffrey Vanhoutte - 2009
© Jeffrey Vanhoutte - 2009
© Jeffrey Vanhoutte - 2009
© Jeffrey Vanhoutte - 2009
© Jeffrey Vanhoutte - 2009
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