Mi sono imbattuto nella sua fotografia per caso. I suoi colori mi ricordavano alcune suggestioni presenti nelle tele di Dalì e ho ritenuto valesse la pena di approfondire l'estetica dietro i suoi scatti.
Mi sono imbattuto così in una ricca intervista – approfondimento sul sito artzinechina.com che ho tradotto e proposto qui di seguito.
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© Ma Liang |
Quando si parla di lui, il giovane artista Ma Liang, altissimo ed educato con il pizzetto intrecciato e un'apparenza comica, si viene traditi per un attimo da un imbarazzo inaspettato.
Quelle favole familiari cinesi hanno sempre imbarazzato Ma Liang negli anni della sua infanzia. Il “magico pittore” della favola era allo stesso tempo un talento e un eroe, che dipingeva un bue che avrebbe potuto diventare reale e arare per davvero, un cavallo che avrebbe potuto tirare una carrozza, che usava il suo pennello per punire i cattivi ed aiutare i buoni.
Mentre nel caso dell nostro reale Ma Liang, chi gli ha dato questo nome non gli ha dato anche un pennello magico proveniente da una bianca treccia immortale per aiutarlo a trasformare il corruttibile in vite misteriose e cambiare le cose irreali nella realtà.
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© Ma Liang |
Solo quando spostiamo l'attenzione sulla fotografia Ma, che siede dietro un lungo tavolo marrone scuro, riacquisisce lentamente la sicurezza in sé stesso. “La fotografia è il mio pennello” dice Ma. “ La fotografia non è nient'altro che un attrezzo; i miei lavori sono molto più che una semplice fotografia, e mi piacerebbe chiamarli opere d'arte”.
Oggi, Ma Liang, altrimenti conosciuto come Maleonn, è uno degli artisti emergenti di Shangai, un talentuoso fotografo di 35 anni che crea immagini selvagge e teatrali, usando attrezzi scenici, costumi e scenari oltraggiosi.
Le sue immagini sono storie, favole scherzose e audaci ma anche scandalose e coloratissime.
Il creatore di queste immagini durante un'intervista nel suo studio è sempre un po' teatrale oltre che appassionato.
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© Ma Liang |
Guardando nella direzione del suo sguardo – al lato opposto del lungo tavolo – notiamo un uomo uccello fatto di fibra di cotone, attaccato al muro mentre dispiega le sue ali; un' enorme testa di maiale con corpo umano insieme a varie bambole, tutte stipate nell' angolo destro dello studio.
Una maschera di piume, un giardino piantato artificialmente, un cavalluccio a dondolo e altri accessori sparpagliati tutt'intorno. Uno scenario costruito con fiori e piante di plastica, ramoscelli secchi e foglie occupano lo spazio in fondo allo studio semi nascosto da una porta di vetro.
Se non ci fossero state alcune fotografie fissate casualmente sulla vetrina in fondo, lo stanza sembrerebbe molto di più il retroscena di un teatro dopo che tutti gli attori sono andati via.
Non è inappropriato descrivere la fotografia di Ma in termini di “drammatizzazione”. Sarà per le scene sviluppate con un forte sapore magico o per gli effetti visuali ambigui e puramente estetici, per gli accessori usati pieni di metafore o per il linguaggio delle immagini caratterizzato da una grande potenza narrativa.
I suoi primi lavori come “My Circus Troupe”, “Days on Cotton Candies” e “The Unforgivable Child”
ricreano tutti una dolce e dolorosa atmosfera di gioventù. Vi si trova il giovane mascherato che cammina su una scala nei pressi di una rovina vestito con una candida tunica, il piccolo uomo secco e debole nelle erbacce e negli argini pietrosi, il pesciolino d'oro nero sballottato al di sopra di libri rossi e caramelle di cotone della dimensione di una nuvola. “La caramella di cotone rappresenta la nostra dolcezza amplificata” dice Ma. “Mi interessavo della vita delle persone che mi circondavano che erano molto simili alle mie. I mondi del sogno e le fantasie sono tutti immaginari e servono a magnificare la dolcezza che tutti noi abbiamo catturato nella vita”.
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Il critico d'arte Gu Zhenqing scrive in un articolo: “Ma Liang è un uomo romantico”. “Può sia scegliere di perdersi nei vicoli stretti di Shangai che alzarsi negli sfondi pastorali della periferia. Le sue fotografie sono molto drammatiche e liriche, incentrate sulle personalità floride e aperte e sulle conseguenze della solitudine della giovane generazione urbana.”
Il “pennello magico” della fotografia ha fatto molto di più che aiutare Ma a restituire il fantastico “mondo incantato”. Ma in soli tre anni ha realizzato tutti i traguardi che qualsiasi fotografo professionale sognerebbe di raggiungere. Dalle sue crezioni personali fatte con una semplice macchinetta digitale al contratto con la Yi'an Gallery, dalla sua partecipazione al “The Virtual Salon” del Moca Museum di New York, alla mostre personali di Hong Kong, Singapore, Toronto e altri posti, fino all'inserimento dei suoi lavori migliori nei mercati delle aste e venduti alla cifra di 150,000 RMB (l'equivalente di 20,000 dollari) per un singolo pezzo da Sotheby.
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© Ma Liang |
“Ultimamente potrei essere definito un artista” dice Ma in pieno relax, “Mi piacerebbe creare tutto quello che mi piace e mi sento abbastanza felice di vivere della mia arte.”
Il trentacinquenne Ma ha realizzato il suo sogno di bambino di diventare un artista in una maniera al di fuori delle sue aspettative. In passato Ma era un umile ragazzino che si sentiva sempre ansioso e nervoso. Dopo di ciò per dieci anni ha fatto il regista portando avanti un suo piano per fare film ma è finito a fare i conti con frustrazione e scoraggiamento.
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Ma è nato a Shangai nel 1972 in una famiglia dalla forte vocazione artistica; i suoi genitori erano piuttosto famosi, rispettivamente un regista e un'attrice operanti nei circoli teatrali di Shangai. Ma dice che i suoi genitori, descritti come “persone con un' innocenza fanciullesca”, probabilmente non si sarebbero mai aspettati che il nome Ma Liang avrebbe portato al loro figlio il peccato originale. “Proprio perchè mi chiamo Ma Liang, il magico pittore delle favole, come potevo non dipingere? Successivamente durante tutti i sei anni delle scuole elementari ho capito la necessità di finire gli incarichi del corso di educazione artistica; lo dovevo fare per tutti i miei buoni amici”. Ma sospira emozionato al ricordo di quegl'anni intensi, difficili e luminosi.
“Nel periodo più frenetico dovevo dipingere continuamente svariate dozzine di lavori. Dovevo dipingere ogni lavoro con un soggetto ed uno stile differente.”
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Le stimolazioni visive e la confusione mentale dell'infanzia sono state l'origine della vena creativa di Ma.
Durante le scuole elementari Ma passava quasi ogni sera con i suoi genitori nello studio teatrale o nel retroscena del teatro. Le vite magiche e irreali di cavalieri e contesse delle opere di Shakespeare coesistevano con la doppia aridità materiale e spirituale al di fuori del teatro. Questo contrasto netto deve aver riempito la sensibilità del piccolo Ma con ogni sorta di sogni e fantasie.
“Ognuno è un punto dove si intersecano numerose linee”, dice Ma, “questa è la mia vita, questa è la mia dimensione”.
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Anche quando all'età di 11 anni gli fu suggerito di studiare in un'accademia d'arte specializzata, Ma ancora non raggiunse sufficiente fiducia in se stesso.
“Oggi chiunque sa che i miei risultati migliori sono i colori dei lavori fotografici”, dice Ma sfogliando il suo album fotografico. “Negli anni della scuola invece il professore sosteneva che non avessi un buon senso del colore nel dipingere, così non mi restò che imparare la scultura.” Così negli anni delle superiori Ma smise con la pittura e passò alla scultura; quando andò al college fu inaspettamente iscritto al corso di design bi-dimensionale all'università di Shangai. “Dopo essermi laureato non sono mai andato a visitare musei. Non ho mai letto libri di storia dell'arte e raramente ho fatto parte di circoli culturali”. Ma ammette questa sorta di rigidità nel suo carattere. Appeso al chiodo il pennello che aveva usato per 11 anni, Ma abbandona risolutamente
gli ideali di artista bohémien tanto amati in gioventù e si avventura nel mondo della pubblicità commerciale.
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© Ma Liang |
Alla fine del 1995 Ma lascia l'agenzia pubblicitaria Ogilvy & Mather dove aveva lavorato per un anno e mezzo, nonostante fosse pagato più che adeguatamente. Lo trovava un lavoro deprimente. Dopo di ciò quest'uomo di natura romantica e idealistica provò a cercare un altro outlet dove potesse esprimere la sua passione creativa.
Con l'autoconsolazione che “la pubblicità è l'apripista per il mondo del cinema” Ma passò all'industria pubblicitaria televisiva, aspettandosi di ottenere l'esperienza necessaria per realizzare il sogno di diventare regista. I nove fortificanti anni di regista di spot pubblicitari hanno prodotto su Ma un'ovvia conseguenza, ovvero quella di familiarizzarsi con il mondo della scenografia, del making-up, delle strumentazioni, ma anche lo sviluppo della capacità di dirigere e controllare gli attori oltre che riuscire a narrare attraverso l'obiettivo.
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Nel 1999 Ma allestisce due studi pubblicitari televisivi rispettivamente a Shangai e a Pechino; nel 2000 produce una serie di fortunate campagne pubblicitarie per Channel V : “Ocular Gymnastics, Made in China”; nel 2003 fonda una compagnia pubblicitaria televisiva indipendente la “Yes Video Shop”.
Prima di lasciare quest'industria Ma è stato uno dei più influenti e costosi registi pubblicitari di tutta la Cina.
Dentro di lui il sogno di fare film diventava sempre più imponente. Per portare avanti il suo sogno Ma termina quest'attività alla fine del 2003 e investe tutti i suoi risparmi nella preparazione del suo progetto registico.
Ha passato più di un anno a revisionare la sceneggiatura del film più e più volte, a studiare le tecniche di ripresa e anche a buttare giù più di 5000 scene del film.
In ogni caso, il film è risultato essere un fallimento. “ Il mio tentativo si è semplicemente trasformato in una completa farsa” ammette Ma impotente, “ in quell'anno ho decisamente toccato il fondo”.
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Ma non si sarebbe mai aspettato che il ritorno alla sua carriera artistica sarebbe passato attraverso la fotografia.
Il suo sogno di diventare regista insieme all'educazione artistica tradizionale ricevuta al College lo convinsero che la fotografia non avrebbe potuto né appagarlo né essere considerata come una genuina forma d'arte.
Tuttavia nel momento in cui acquista una Sony F828, la sua prima fotocamera tradizionale da 8 milioni di pixel nel 2004, tutto incomincia con naturalezza.
“Io voglio solo creare, solo questo mi rende felice”, dice Ma. Ha scattato alcune foto di ritratti consecutivamente ma sentiva che una creazione come questa fosse troppo semplice, così ha raccolto alcuni collaboratori nel suo studio e ha iniziato a fare alcuni scatti. Gli piace essere un comandante assoluto nelle creazioni fotografiche. Nella preparazione degli scatti Ma si occupa di tutto, allestisce le scene, sistema i costumi e le parrucche o addirittura sistema il trucco ai modelli; dopo gli scatti vuole ancora mettere alla prova tutti i tipi di lavori successivi di processo e trattamento. Ma impiega la fotografia per reallizzare l'espressione di se stesso e sfrutta la pazienza e la meticolosità da regista per trasformare le fantasie teatrali della sua immaginazione in squisiti lavori fotografici.
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© Ma Liang |
“Ma non afferra semplicemente la concezione della scena originale iniziale e la successiva tecnica fotografica di scatto, ma tratta le immagini della scena con una cura vicina alla perfezione. Investe, così, i suoi lavori di effetti emozionali molto buoni che possiedono un fascino e una padronanza unici che possono esere prodotti solo da materiali sensibili”, commenta il critico Gu Zheng, “e in questi trattamenti Ma Liang non applicherà mai le sue tecniche in eccesso, tutto è fatto per raggiungere l'essenziale, facendo sì che i suoi lavori acquisiscano effetti visuali perfetti con le appropriate implicazioni.
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In due o tre anni Ma ha pubblicato instancabilmente i suoi lavori sul web. “Sono molto ansioso di comunicare” aggiunge. I suoi lavori appaiono presto in forum fotografici e in entusiasti blog d'arte. Molti ammiratori della fotografia tradizionale rimproverano a Ma di essere superficiale nelle tecniche e criticano i suoi lavori definendoli “scatti di scena riarrangiati”.
Tuttavia sono molti anche quelli che gli lasciano messaggi o inviano mail di apprezzamento.
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© Ma Liang |
La serie intitolata “Borrowing Arrows with Thatched Boats” prodotta nel 2005 ha notevolmente aumentato la reputazione di Ma sulle scene artistiche contemporanee.
Diversamente da “Shanghai Moms’ Good Children” , “The Days on Cotton Candies” e altri lavori che partivano dall'espressione di sensazioni ed erano diretti ai mondi interiori della gente, questa serie di lavori fotografici usciti fuori dalle leggende della storia antica cinese marcano l'inizio per l'artista di un espressione consapevole dei simboli Cinesi e lo spirito delle tradizioni storiche. In questi lavori i corpi umani avvilupati nella plastica sono sia inginocchiati sia stesi con alle spalle i tradizionali disegni cinesi come sfondo.
I corpi sono colpiti da svariate frecce ma non è chiaro se i loro volti hanno un' espressione di dolore o tristezza.
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“Lo spirito cinese è morto ma continua ad essere qui” dice Ma. La cultura cinese, così forte ma anche romantica,
guarda con sentimento una realtà senza speranza. La nuova serie creata nel 2007 intitolata “The Second-hand Poetry of the Tang Dynasty” continua questa stessa linea di pensiero esplorando la dolorosa situazione in cui versa la più bella e romantica poesia della cultura cinese che incontra solo interpretazioni errate e fraintendimenti nell'odierna prevalenza di una cultura pacchianamente consumistica.
“Il mio piano, nella mia identità di Cinese, è di creare un lavoro attraverso il quale possa interpretare lo spirito artistico della mia terra”.
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